Pagina (667/1468)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Indi nasceva la longanimità, colla quale la romana corte metteva avanti la pretensione di annullare, malgrado le tante conferme, il privilegio dell’apostolica legazione, che spuntava il corso ai fulmini del vaticano. Più grave ragione di temere ebbero poi i papi quando lo scettro di Sicilia passò nella famiglia di Hohenstauffen, che tenne oltre un secolo il trono imperiale; perciocchè gl’imperadori di Germania erano fra tutti i principi d’Europa i men docili a riconoscere la potestà temporale de’ papi e quel supremo potere ch’essi affettavano sui regni altrui. Rammentavano sempre i pontefici le lunghe ed aspre guerre avute a sostenere con Arrigo IV, con Federigo Barba-rossa; nè gl’imperadori dappresso avevano obbliato le indecore penitenze imposte a quei principi ed i sacrifizî della sovrana potestà. In tali circostanze fu elevato alla sedia pontificia Innocenzio III, uomo di non ordinaria capacità, il quale tanto elevò l’ecclesiastica sulla civile autorità, che i più potenti principi d’Europa ebbero a sentirne il peso. Punì coll’interdetto tutto il regno di Francia pel divorzio del re Filippo Augusto e la regina Ingelburga, scomunicò Giovanni re d’Inghilterra, lo dichiarò decaduto dal trono, sciolse i sudditi suoi dal giuramento di fedeltà, e quell’imbecille re ebbe a deporre la sua corona a piedi di un legato pontificio; lo stesso fece con Raimondo conte di Tolosa; Otone fu del pari da lui deposto dal trono imperiale; ed al tempo stesso aggiungeva ai dominî della chiesa la Romagna, l’Umbria, la Marca d’Ancona, Orbitello e Viterbo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





Sicilia Hohenstauffen Germania Europa Arrigo IV Federigo Barba-rossa Innocenzio III Europa Francia Filippo Augusto Ingelburga Giovanni Inghilterra Raimondo Tolosa Otone Romagna Umbria Marca Ancona Orbitello Viterbo