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      Non accade spender parole per definire le grandi qualità di questo principe; i fatti sinora narrati, e quanto siam per esporre, mostrano ch’egli si distinse fra le tenebre del medio evo, come una gran face nell’oscurità della notte. Non però è da pensare d’essere egli stato esente di difetti. Senza contare la falsa accusa di miscredenza a lui fatta dai suoi nemici, e quella di aver concubine musulmane, pecca da opporsi all’uomo, non al principe, non è da negare che la sua cupidigia di denaro lo trasse ad estorcere dai sudditi tributi oltre la legge, ed a sottoporli a servizi illegali, malgrado le franchigie da essi sotto i precedenti principi godute; e di ciò fece ammenda nel suo testamento, col dichiarare illegale qualunque contribuzione esatta dai sudditi al di là di ciò ch’era uso nel regno del buon Guglielmo II. A ciò son da aggiungere la sua severità, che spesso potea meritare il nome di crudeltà, ed i procedimenti avventati contro i suoi nemici. Ma tali difetti, più che alla sua natura son da ascriversi al secolo, ed anche più alle circostanze, in cui visse. Gli ostacoli e le grandi contrarietà esaltano lo spirito umano nel bene e nel male, e fanno nascere virtù e vizi grandi, il cui germe sarebbe restato affatto sterile nel corso ordinario della vita, come tanti semi di buona e di cattiva erba che restano nascosti nel seno della terra, se una circostanza straordinaria non li fa germinare. Ma quelle stesse contrarietà danno a re Federigo imperadore un gran dritto alla riconoscenza dei posteri.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





Guglielmo II Federigo