Pagina (836/1468)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Era fra essi il conte Galvano e suo figliuolo; ad ambi fece troncar la testa; ma volle che il figlio fosse messo a morte il primo e sotto gli occhi del padre. Ai Romani ordinò da prima che fossero troncati i piedi, ma poi tenendo forse troppo lieve e troppo lenta tale vendetta, li fece chiuder tutti in un ricinto e ve li fece morire tra le fiamme (500).
      Tanta crudeltà era ben lontana dall’appagare l’animo di Carlo, che non ebbe pace sin che non ebbe nelle mani lo stesso Corradino. Lo sventurato giovane, datosi a fuggire cogli altri, era da prima venuto a riparare in Roma presso il conte Guido di Montefeltro, ch’era restato a governar la città; ma, non tenendosi ivi più sicuro, per avere i guelfi ripresa la superiorità, in compagnia di Federigo duca d’Austria, suo cugino, e coetaneo, e di pochi seguaci, venne a ricoverarsi nel castello d’Asturi, posto sul lido, di cui era signore Giovanni Frangipani, barone romano, con animo di ridursi per mare a Pisa. S’era già messo in mare, quando il perfido Frangipani, pentito dell’ospitalità usatagli, armata un’altra saettia, gli corse appresso e lo ricondusse prigione nel suo castello, sperando trarre gran danaro o da lui pel suo ricatto, o da Carlo, per darglielo nelle mani. Era in quei mari il ricantato Roberto di Lavena coll’armata provenzale che comandava, il quale, saputo il caso, prese terra, e con tutti i suoi galeotti venne ad assediare il castello d’Asturi, per aver di forza i prigioni; e ’l Frangipani, sedotto dalla promessa, spaurito dalle minacce, li consegnò.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





Galvano Romani Carlo Corradino Roma Guido Montefeltro Federigo Austria Asturi Giovanni Frangipani Pisa Frangipani Carlo Roberto Lavena Asturi Frangipani