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      Giunto il re in Aragona, mentre preparavasi a portarsi in luogo della sfida, ebbe secreto avviso del tradimento cui era per esporsi; laonde, tolto seco un compagno, il quale diceasi ambasciatore del re d’Aragona, mentre il re stesso avvolto in umile sajo da servidore gli tenea dietro, si condusse in Bordeaux. Ivi fatto chiamare il maliscalco del re d’Inghilterra, colui, che fingeasi ambasciatore, in nome suo lo richiese se fosse ivi la pattuita sicurezza. Il maliscalco onoratamente rispose, che in onta ai patti sottoscritti da’ due re e muniti de’ loro suggelli a lui consegnati, tali eran le disposizioni del campo e le forze ivi da re Carlo e dal re di Francia adunate, che, lungi di prometter sicurezza, voleva avvertito il re di Aragona a guardarsi da un soprammano. Allora re Pietro, deposto il sajo, levata la visiera, si fe’ conoscere. Protestò contro la perfidia dell’Angioino. Volle dal maliscalco un’attestato, da lui scritto, d’essersi presentato in campo, e per prova maggiore lasciogli l’elmo, lo scudo, la spada e la lancia. Voltata poi la briglia al cavallo, a passi celeri ritornò in Aragona. I due re si diedero allora ad assordar l’Europa co’ manifesti, dandosi reciprocamente dello spergiuro e del codardo. Fatto è, quel duello, di cui allora menossi tanto rumore, non ebbe altro effetto che l’adagio ancora comune in Sicilia, di chiamar disfida di Carlo d’Angiò, qualunque affare che si mena in lungo, senza apparenza di venire a fine.
      Fremeron di rabbia Carlo e ’l re di Francia di esser loro fallito il colpo; quest’ultimo scrisse una lettera a papa Martino chiedendo la punizione del re d’Aragona nemico della sua famiglia e della Chiesa; e ’l papa, visto che la scomunica già fulminata contro re Pietro era tornata vana, facendo il solito abuso del titolo di vicario di colui, che disse il suo regno non esser di questo mondo, dichiarò re Pietro decaduto dai regni d’Aragona, dei quali fe’ donazione a Carlo figliuolo secondogenito del re di Francia, facendogli la vana promessa di un esercito di crocesignati per ajutarlo.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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