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      A tale siamo, che bisogna o rimetter le cose nostre con una clamorosa vittoria, o abbandonar la terra ai nemici.» Attenutosi il re a tale avviso, che più affacente era all’età sua e al suo gran cuore, lasciato Guglielmo Calcerando alla custodia dì Castrogiovanni, mosse con tutte le sue forze. Un corpo di Castrogiovannesi lo seguì: una mano di Palermitani lo raggiunse. Di là da Marsala, in una pianura detta della Falconara, i due eserciti furono a fronte il dì 1 dicembre. Il principe divise la sua gente in tre schiere. La prima comandata da Broglio de’ Bonzi suo maliscalco era destinata ad assalire i fanti siciliani. L’altra sotto gli ordini suoi dovea dirigersi contro Blasco Alagona. La terza era guidata da Rugieri Sanseverino conte di Marsico, il quale dovea attaccare la schiera, in cui erano il conte Chiaramonte, Vinciguerra Palici, Matteo di Termini e molti altri nobili siciliani.
      Il re per ingannare il nemico avea fatto tenere ravvolta la sua bandiera; tripartì anch’egli la gente sua. Blasco Alagona cogli Almogaveri tenea la sinistra, egli il centro, gli altri la manca. Blasco avanzavasi a lento passo verso i nemici: il principe, non veduto in verun luogo lo stendardo reale, non venne pure in sospetto d’avere a fronte il re colla più scelta gente del regno; anzi creduto esser quello un piccol corpo comandato dal solo Alagona, lasciata la sua posizione, corse ad assalirlo. Fu duro l’incontro. La bandiera dell’Alagona vedeasi di qua e di là tratta dall’impeto de’ combattenti.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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