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      Non è perciò da maravigliare dell’esser sopraggiunta una carestia, ma del non essere accaduta gran tempo prima.
      Colse quel destro il duca Roberto per cinger di assedio Messina; onde mosse con quanta gente potè da Catania e si pose ad oste a Roccamadore presso quella città. Il re dall’altro lato, conosciuto quanto importava il tener la città provveduta di viveri, fatto ogni sforzo per raccorne in tutto il Val di Mazzara, ne mandò in Messina una gran salmeria, fattala scortare da Blasco Alagona con cinquecento soldati. Pensò allora il duca che rado e diminuito d’assai potea giungere ai Messinesi ogni soccorso di viveri per la via di terra; onde si rivolse a custodire piuttosto il mare. Con tale intendimento valicato il faro, non potendo stringer d’assedio Reggio, chè Ugone de Empuriis, che comandava in Calabria, lo avrebbe impedito, accampossi poco di lungi da quella città a fronte di Messina: e al tempo stesso l’ammiraglio Loria, riunite tutte le sue navi, le pose fra l’uno e l’altro lido per affamare ad una volta ambe le città.
      Ciò non però di manco Messina ebbe un soccorso onde men lo aspettava. Era allora in Sicilia un Ruggieri da Brindisi, già cavaliere dell’ordine de’ tempieri, il quale andava accattando ventura. Costui s’offerse al re d’introdurre per mare in Messina un grosso carico di frumento. Raccoltone ove potè in Sicilia; ne caricò dodici navi, che riunì nel porto di Siracusa. Mentre vi stava aspettando una favorevole congiuntura, levossi un vento impetuoso di mezzogiorno e il mare gonfiossi nella stessa direzione.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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