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      I Grimaldi, i Fieschi, i Salvaggi, i Malucelli e tutte le famiglie guelfe avean cacciato dalla città i Doria, gli Spinola e tutti coloro che ghibellini erano. Questi corsero a cercar ajuto dai ghibellini lombardi e tornarono ad assediar la città; quelli chiesero soccorso a Roberto e lo fecero signore della repubblica; gli altri chiesero ajuto al re Federigo, il quale volentieri entrò nella lizza, perchè conoscea, che la signoria di Genova veniva ad accrescer le forze marittime del suo rivale. E però convocato nel luglio del 1320 il parlamento in Messina, vi fu determinato di mandare in soccorso de’ fuorusciti genovesi quaranta galee, le quali, unitesi ad undici navi di que’ ghibellini, vennero fuori. Dato, cammin facendo, il sacco ad Ischia e Policastro e devastata la riviera di Genova, ove atroci furono le crudeltà usate dai ghibellini, quell’armata strinse Genova dalla via del mare. Ma la città si difese lunga pezza; onde l’armata siciliana ritornò in Sicilia per ristorarsi da’ danni sofferti per la lunga navigazione.
      Per sovvenire alle spese di quella guerra era stato imposto un dazio del tre per cento su tutte le derrate che venivano o andavan fuori, ed un balzello sui beni degli ecclesiastici (531). Grandi querele levaronsi per questo. Papa Giovanni, volendo favorire in tutto l’Angioino, colto il destro di quella tassa, scomunicò il re e sottopose il regno all’interdetto. Il re, per non venire agli estremi col pontefice, ordinò l’esecuzione dell’interdetto.
      Intanto re Giacomo, visto che il papa lungi di impegnarsi a pacificare il re suo fratello con Roberto, come avea promesso, favoriva in tutti i modi l’Angioino, gli scrisse pregandolo ad interporsi come padre comune de’ fedeli a dar la pace ai due re, altrimenti protestavasi di non potere negarsi a dare al fratello ogni maniera d’ajuto (532).


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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