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      Possedea egli Geraci, Pollina, Castelbuono, Collesano, Gratteri, Tusa, Caronia, Castelluccio, Santo-Mauro, Petralia superiore, Petralia inferiore, Gangi, Sperlinga, Pettineo e le baronie di Monte Sant’angelo, Malvicino, Bellici, Fisauli, Lauristia e Regiovanni. Avute senza resistenza Gangi le due Petralie e Collesano, il re accostossi a Geraci ove il conte erasi ritratto coi suoi figliuoli e il vescovo di Cefalù, e spedì a lui messi per chiedergli d’ammetterlo di queto nella terra, ed a tal patto era pronto a perdonarlo. Rispose il conte essere egli pronto ad aprir le porte al re, perchè suo signore, purchè seco non venissero i Palici e la gente loro, suoi aperti nemici. Era per mettere la risposta in iscritto, come i reali messi chiedeano; ma sopravvenuto il vescovo di Cefalù, ne lo distolse, dicendogli aver egli forze bastanti da resistere. Tornati i messi al campo, il re accerchiata la terra, le intimò a suon di tromba la resa. Gli abitanti allora lungi di accingersi alla difesa, come il conte si confidava, temendo non i loro bestiami fossero predati da’ regii, cominciarono a tumultuare; il conte con suo figliuolo scesero dal castello per sedar la sommossa, ma non fecero frutto. Volea il conte tornare al castello, ma ne trovò impedita la via con tronchi, macigni e sarmenti; disperato di salvezza, fatta aprire una delle porte, si die’ precipitosamente a fuggire; ma in quei precipizii, inciampicato il cavallo, cadde giù e morì. Francesco Valguarnera, che da lungi lo inseguiva, sopraggiuntolo, lo denudò,lo trafisse colla lancia, per far credere al re d’averlo egli morto, e legato il cadavere alla coda del suo cavallo, lo trasse sotto le mura della terra, ove fu esposto alle più vili sevizie dei soldati: altri ne tagliava le dita, altri ne traea le interiora e davale ai cani, altri ne svellava i denti, ed altri ne strappava i peli della barba, finchè il conte di Garsiliato, rispettando in quel cadavere la sventura e la nobiltà del sangue, lo fece seppellire nella chiesa di S. Bartolomeo ivi presso.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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