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      Il Chiaramonte erasi afforzato in Palermo, ove dominava; l’altro in Catania. Il duca di Monblanco, che dirigea tutte le operazioni del figlio e della nuora, fece ordinare al conte di Modica di venire in Trapani a prestare omaggio ai sovrani. Il conte mandò colà l’arcivescovo di Morreale ed un Andrea lo Monaco, per far sue scuse, se ei non veniva, perchè temea le insidie dei suoi nemici. Il re e la regina allora dichiararono ribelli quel conte, il suo congiunto Manfredi e ’l conte Alagona, ed incontanente marciarono con tutto lo esercito per assediar Palermo.
      Il conte erasi ben preparato a resistere. La corte fermossi in Morreale, l’esercito venne a stringer d’assedio Palermo. Dopo varie fazioni di poco momento si venne a patti. Il conte promise di render Palermo e tutto il paese soggetto al suo vicariato, promise il re di cancellare la sentenza proferita contro di lui. Accordati tali punti, il conte con que’ baroni, che seco erano in Palermo, venne a presentarsi al re. Quindi fece ritorno in Palermo per preparare tutto il bisognevole per lo ricevimento del re. Si sparse intanto la voce, ch’egli all’incontro preparavasi a nuova ribellione. Ritornò il conte in Morreale, accompagnato dall’arcivescovo di Palermo, non si sa se per disingannare il re o per meglio deluderlo: ma non gli venne fatto; egli e l’arcivescovo furono imprigionati. Saputo ciò in Palermo, il popolo ad alta voce acclamò il re. La notte stessa furon carcerati il fratello e gli aderenti del conte. Il domane il re entrò in Palermo.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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