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      Carlo tenendo sincere le carezze del padre, pensò ad ammogliarsi e fece chiedere la principessa Isabella figlia ed erede di Giovanni II re di Castiglia. Ma la perfida ed ambiziosa madrigna, che sin d’allora mirava a dar quella principessa in moglie a Ferdinando suo figliuolo, fece che il re apponesse a delitto al figlio quel desiderio, non che legittimo, ma vantagiosissimo per la sua casa, perchè avrebbe portato, come poi portò, la riunione nella sua discendenza di tutti i regni delle Spagne. Il re fece imprigionare il figlio nel castello d’Altona, volea anche farlo condannare per supposti delitti. Il popolo levato a sommossa minacciava di trarlo di forza dalla prigione, acclamarlo re e cacciar dal trono il padre. Fu forza al re di mettere il figlio in libertà, e gli cesse il dominio della Catalogna: ma recatovisi, non guari andò che vi mori, si disse di veleno fattogli porgere dalla madrigna, addì 15 di settembre del 1461.
      II. - Ottenuto l’oggetto di tanta sua mal’opera, venne facile alla regina indurre l’ammaliato re a fare riconoscere il principe Ferdinando suo figliuolo come successore de’ regni paterni. Fu a tale oggetto spedito ordine a Bernardo Requesenz vicerè in Sicilia di convocare il parlamento. Ma dopo d’aver negata ai Siciliani la richiesta grazia di far prestare l’omaggio allo sventurato principe di Viano, già adulto, s’ebbe, se non tema, pudore a palesare prima che il parlamento fosse riunito, di voler lo stesso per Ferdinando ancor minore. Per tal ragione nelle lettere di convocazione si tacque l’oggetto di quel parlamento.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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