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      Ma, sia che i baroni e gli altri, che doveano intervenirvi, avessero da quel silenzio argomentato dovervisi trattar cose di poco momento, sia che, saputo privatamente il perchè, a mal in cuore vi si recavano, nel giorno posto pochi trovaronsi in Messina, ove erano stati chiamati. Fu forza allora al vicerè far nuove lettere circolari, nelle quali palesò il motivo, per cui riunir doveasi il parlamento. Trovavasi già in Messina un Ferrante di Milina procuratore della città di Palermo, il quale, per non avere facoltà a prestare quel giuramento, scrisse in Palermo per aver fatta nuova procura all’uopo. Riunito finalmente il parlamento nel marzo dei 1464, vi fu riconosciuto Ferdinando, e monsignor Burgio vescovo di Mazzara, ambasciatore del parlamento, nella cattedrale di Saragozza giurò obbedienza al principe nelle mani della regina sua madre.
      III. - Conchiuso appena quel parlamento, accadde un fatto, che mostra quanto disordinati erano i costumi in quell’età. Paolo Fregoso arcivescovo di Genova, cacciato dalla sua patria, erasi dato con tre sue navi a fare il corsale. Presso Favignana diede la caccia ad una barca: ma accorsi alcuni Trapanesi, non gli venne fatto di predarla. Avendo bisogno di provvista, ne chiese al vicerè, mostrandogli anche desiderio d’entrare al servizio del re d’Aragona; e ’l vicerè ordinò di darglisi ciò di che avea mestieri ed accettò il servizio di lui. Si obbligò il Genovese a servire il re per tre mesi e per altrettanto tempo, se così fosse al re piaciuto, e gli si pagarono quattromila ducati per soldo convenuto de’ primi tre mesi.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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