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      Gittata la spada, trattosi l’elmo, accostossi rispettoso alla zia, le baciò le mani, pianse con essa sulle sue sventure, e per sottrar lei e tutte le altre da ogni pericolo, dato braccio alla baronessa, le condusse in un vicino monistero. Ma tornatone, ripigliò la ferocia e diessi a frugare, per rinvenire il barone, e non trovatolo, infelloniva. Quello erasi nascosto nella casa di un Luca Parisi; se ne era avvisto un Antonello Palermo, il quale, comechè il barone lo avesse largamente regalato per tacere, corse ad avvertire il conte. Speditavi una mano de’ suoi, vi fu preso, e mentre era condotto in presenza del conte, alcuni della fazione di costui, temendo, non si fossero riconciliati, lo misero a morte. Il conte ne fu lieto; ed ordinò, che il sanguinoso cadavere legato alla coda d’un cavallo fosse strascinato per le strade della città, ed egli stesso salito a cavallo, tutto coperto d’armi, tranne la testa, volle tener dietro a quello spettacolo atroce, accompagnato dai gentiluomini della sua fazione, seguito da tutta la feroce bordaglia, che sgavazzava, suonando trombe e tamburi, tirando archibugiate e mettendo urli festivi. Eppure costui non guari prima tanto generoso e cortese erasi mostrato colle dame. Quale strano impasto di contrarî affetti è mai il cuor dell’uomo!
      Mentre quella sfrenata canaglia stavasi a saccheggiare ed incendiar le case dei veri o supposti nemici ed empiva la misera città di stragi, di rapine, di stupri e di delitti, i Perolli, che coll’infelice barone erano scappati dal castello, vennero in Partanna, ove trovarono, che quel barone avea già in pronto trecento uomini d’armi, ed altra gente aveano spedita in loro ajuto il barone di Francofonte e ’l marchese di Geraci.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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