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      Il replicarsi tanto spesso tali leggi prova la loro insufficienza.
      IV. - Ma non era questo il male più grave, onde allora era travagliata la Sicilia. Le lunghe guerre tra Carlo e Francesco I e Solimano imperatore di Costantinopoli tennero in tutto quel regno la Sicilia in continuo timore d’una invasione degli Ottomani, senzachè continue erano le depredazioni de’ corsali. Ingenti spese furono allora necessarie, per tenere il regno in istato di difesa. Le fortificazioni delle città principali furono rifatte ed accresciute; trentasette torri furono erette ne’ luoghi più eminenti lungo le spiagge, ove stavano de’ custodi per dare avviso, con fiamme ed altri segnali, dl qualunque legno nemico si fosse veduto; per tal modo, in un’ora, tutta la periferia del regno era avvisata; la città di Carlentini fu di nuovo costruita e fortificata, per potervisi ricovrare que’ di Lentini, città, che, per essere assai prossima al lido e senza fortificazioni, era troppo esposta alle incursioni dei corsali; una nuova milizia urbana fu creata. Il presente pericolo facea, che la nazione si prestasse volentieri a tali spese; onde il parlamento che spesso era convocato, per chieder sempre nuovi sussidî, malgrado la miseria generale, non negolli mai. Ma oltre a tali imposizioni, i vicerè aumentavano smodatamente il dazio sulle tratte, e ciò dava luogo a grandi querele. Il capitolo 84 di Ferdinando II, in cui stabilivasi, che non potesse accrescersi quel dazio semprechè il frumento valesse meno di diciotto tarì la salma, andava soggetto a molti dubbî. Il frumento valea in alcuni luoghi più, in altri meno delli diciotto tarì: qual norma doveasi seguire?


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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