Pagina (1175/1468)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il giorno 9 di febbraro del 1675 le due armate vennero alle mani. Ad onta del suo coraggio l’ammiraglio Duquesne era per aver la peggio nel conflitto e già cominciava a cedere, quando inaspettatamente sopraggiunse il cavaliere Vallebelle con tutti i legni, che seco avea in Messina, il quale, conosciuto, che gli Spagnuoli correvano ad attaccare l’armata di Duquesne, avea lor tenuto dietro. Il suo arrivo pareggiò la partita; anzi accrebbe il coraggio de’ Francesi, e gli Spagnuoli ne furono sopraffatti. Uno de’ loro vascelli fu preso, due affondati, gli altri dispersi.
      Vinta la battaglia, il duca di Vivonne venne a Messina. Addì 22 d’aprile fu solennemente riconosciuto come vicerè nella città di Messina e negli altri luoghi dell’isola di Sicilia, nei quali i popoli si averanno scaricato del giogo spagnuolo, e con tal carattere ricevè da’ senatori l’omaggio e giurò l’osservanza de’ privilegi della città in nome del re Luigi; e nel seguente maggio si fece la gran cavalcata allora in uso in tutte le giulive occasioni.
      Allontanata l’armata nemica, reso libero il mare, ogni cosa era lieta in Messina: ma negli altri luoghi di Sicilia i popoli, se voleano scaricarsi del giogo spagnuolo, come la corte di Francia sperava, non volevano addossarsi il giogo francese; senzachè le armi francesi non venivano a sostenere alcun movimento generale della nazione, ma a difendere la ribellione di una sola città, mossa dalla brama di volersi ingrandire a spese di tutto il regno: bastava ciò a renderle odiose, onde pochi progressi potè fare il duca di Vivonne.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





Duquesne Vallebelle Messina Spagnuoli Duquesne Francesi Spagnuoli Vivonne Messina Messina Sicilia Luigi Messina Sicilia Francia Vivonne