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      Il medinno aveva la capacità di sei moggia. Consultando Lo specchio delle misure e pesi de’ Romani, annesso all’opera di Catone, De re rustica, nell’edizione de’ Rustici latini, si trova che la capacità del moggio era 449,173 pollici cubici di Parigi; cioè quasi due quarti e un carozzo di nostra misura; onde il medinno era della capacità di tre tumoli e mezzo circa. Ciò è anche provato dal detto di Cicerone: In jugere Leontini agri medimnum fere tritici seritur (Verr. lib. 5, c. 47). Dallo specchio stesso si scorge, che l’Juger poco oltrepassava i tre tumoli. Come dunque poteva seminarvisi una salma e un quarto di frumento? La mina moneta poi, secondo le tavole di Berthélémy, valeva 90 lire di Francia; cioè 7 oncie e 6 tarì. Dunque nell’assedio di Reggio tre tumoli e mezzo di frumento giunsero a vendersi 36 once. Se quello storico avesse fatto bene il calcolo, avrebbe messo in forse il fatto.
      V.
      Narra Plutarco (in Dione) che il messo, camminando verso Caulona, ove Dionigi era, presso Reggio incontrò un suo amico, dal quale ebbe un pezzo di carne d’una vittima, che portava, e la pose nella sacca, in cui aveva le lettere. Fatto notte, s’addormentò in un bosco. Un lupo, tratto dall’odore della carne, vi venne e portò via la sacca. Svegliatosi il messo non trovata la sacca, non volle andare in presenza di Dionigi senza la lettera e fuggì senza farsi più trovare. Ma se costui non si fece più trovare, come si seppe il fatto? Se mentr’egli dormiva, il lupo venne a levargli la sacca, e solo allo svegliarsi s’avvide di non averla più, come potè sapere d’essere stato il lupo, che lo portò via?


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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