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      10, et ova 140, estimata grana 10. Dipl. ann. 1249 ex archiv. Eccl. Pactensis.
      XXIV.
      Si quis autem... tacere noluerit, si rusticus fuerit unum augustale, si burgensis duos, si miles quatuor, si baro octo, si comes sexdecim augustales curiae nostrae componat. Constit. L. I, tit. 32, pag. 21. Si quidem comes fuerit, qui quantitatem ipsam debeat declarare, sacramento ipsius comitis usque ad quantitatem centum unciarum auri credatur, baroni autem de quinquaginta, simplici militi de vigintiquinque, burgensi autem bonae opinionis et diviti de libra auri una, aliis autem usque ad tres uncias jurantibus credatur, l. cit. tit. 101, pag. 108. Sed in casu praesenti pro comite... centum augustales, pro barone quinquaginta, pro milite simplici vigintiquinque, pro burgensi duodecim, pro rustico sex de liberalitate nostri culminis conseguetur, loc. cit. lib. 2, tit. 3, pag. 116. Contra comitem criminaliter accusatum... duo comites fidem faciant, vel quator barones, aut octo milites, et sic per consequentiam sexdecim burgenses probationem plenam inducant; et sic gradatim contra baronem duo barones, aut loco duorum baronum quatuor milites, et vice quatuor militum octo burgenses; et sit idem in milite etc. Lib. 2, tit. 32, pag. 144. Da questi passi, in cui si ha la misura determinata e costante di ciascuna delle anzidette classi, non solo mostrasi la reale differenza, ma ricavasi ancora la gradazione e a così dire la scala di quelle.
      XXV.
      Romualdo de’ conti di Guarna, distinto pe’ suoi natali, a segno che si dice d’essere stato consanguineo de’ re di Sicilia, non lo era meno per la sua dottrina nelle facoltà ecclesiastiche e nelle scienze mediche, che allora fiorivano in Salerno, della qual città fu eletto arcivescovo nel 1135. Ebb’egli gran parte ne’ pubblici affari nel regno di Guglielmo I e nei primi anni di Guglielmo II. Nel 1156, assieme con Ugone arcivescovo di Palermo, Guglielmo vescovo di Cava e Marino abate della Cava trattò la pace tra Guglielmo e papa Adriano IV. Nel 1166, trovandosi vota la cattedra arcivescovile di Palermo, coronò Guglielmo II. Nel 1177 trovandosi assieme col conte d’Andria ambasciatore del re Guglielmo II al congresso di Venezia, fece con grand’onore conchiudere la pace generale tra l’imperatore Federigo I, papa Alessandro III, le città lombarde e lo stesso Guglielmo II. Il pontefice in quel congresso l’onorò a segno, che lo fece sedere alla sua sinistra, dandogli luogo prima de’ cardinali diaconi.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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