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      (264) Quantum enim inconsulte dudum ab eo (rege) desciverant, tanta nunc ad eum levitate pariter confluebant. Falcand. Hist. Sic. presso Caruso Tom. I, pag. 444.
      (265) L’arcivescovo di Salerno (presso Caruso, Tom. II, p. 869-70) tacendo al solito qualunque circostanza offensiva al gran protonotajo, dice che il re fermò il campo presso Salerno e chiese dai cittadini gran quantità di danaro; non potendola essi pagare, ne fece impiccare alcuni minacciando di distrugere la città, se non pagavano la taglia. Allora l’apostolo San Matteo, protettore della città, mandò giù la tempesta, e così liberò la città del male, cui era per soggiacere, e fece al re il bene di distorglielo dal reo proponimento. Ma in tutta la narrazione non fa alcun motto nè della morte data a quel misero, nè della caduta della casa dei congiunti del gran protonotajo.
      (266) Muratori (Antiq. Ital., dissert. 48 e 72) riferisce un trattato d’alleanza tra il Barbarossa ed i Genovesi, nel quale il primo concede loro: Syracusarum civitatem cum pertinentiis suis, et dugentas quinquaginta caballarias terrae in valle Nothi..., et in unaquaque civitate maritima, quae propitia divinitate a nobis capta fuerit, rugam (strada) unam eorum negotiatoribus convenientem, cum ecclesia, balneo, fundico, et furno. Forse la cavallaria rispondeva alla salma, parola originaria greca (salma) che suona soma; e la cavallaria poteva esprimere la soma di un cavallo. Perciò la salma e la cavallaria potevano essere due diverse espressioni della stessa idea.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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