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      Poeniteat, dice S. Agostino, di ciò che non ha saputo dire colla dovuta esattezza, e dice che il suo pentimento non dev'essere defraudato della meritata lode di docilità e modestia. Alla quale per altro non sarà difficile di [VIII] accoppiare nel caso nostro anche l'altra della sapienza, se si vorrà riflettere al poco, che è occorso di dovere emendare, e al molto di più, che è stato aggiunto di erudito e pregevole. Nè sono per verità le correzioni, che hanno accresciuta la mole di quest'apologia, ma una più abbondante copia di argomenti e ricerche, colla quale l'autore ha procurato di rendere più vantaggiose le sue fatiche. Io te le presento, Lettore cortese, colla stessa buona intenzione, che egli ha avuta nell'intraprenderle, e ti auguro ogni bene.
     
     
     
      AVVISO DELLA PRIMA EDIZIONE.
     
      La tolleranza è quella voce soave, che con maggior frequenza risuona a' dì nostri sulle labbra degli Amatori del Secolo: e se ne vuole tanto dilatata la pratica, che non v'è costume sì strano, non sì viziosa operazione, non sistema di vivere così sregolato ed improprio, che venga escluso dalle cortesi accoglienze di così amorevole protettrice. Deve per lei un buon Capo di casa permettere che usanze vane e dispendiosissime mode sconcertino l'economia della famiglia. Ha il padre a soffrire, che l'indocile gioventù, invece di occuparsi utilmente in lodevoli studj, si perda in viziosi amoreggiamenti e bagordi. E v'è fin'anche chi pensa, che debbano i Superiori spogliarsi per lei di quel giusto zelo, che è inseparabile dal loro carattere, e che provvede sì bene alla pubblica ed alla privata tranquillità: e chi ozioso trascura d'impiegare i talenti, che ha ricevuti da Dio, a vantaggio della famiglia e della patria; e chi si perde in giuochi viziosi; e chi sfrenato trascorre in mille eccessi, e porta per ogni dove la dissolutezza e lo scandolo, deve essere tollerato.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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