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      [XI]Una perversione e disordine tanto incredibile, che a troppo vivi colori rappresenta à dì nostri quell'abbominevole desolazione, che ridusse un tempo il buon profeta Ezechiele(15) a sciogliersi in calde amarissime lagrime, è disapprovato anche adesso da que' veri dotti, che affezionati alle sode massime de' nostri antichi maestri compiangono la cecità de' moderni sedicenti illuminati e filosofi, e da que' buoni Fedeli, che non si sono lasciati sedurre dalle costumanze profane e dagli allettativi ingannevoli della dominante empietà. Ma tacciono i primi, e credono inutil cosa e pericolosa il cimentarsi con una immensa turba d'ignoranti e prezzolati scrittori, che a scredito del secol nostro si moltiplicano senza fine, e scrivono senza alcun ritegno d'onestà e di ragionevolezza: ed i secondi non credono di poter giovare in altra guisa alla buona causa, che coll'esternare il loro rammarico coi sospiri e col pianto. Ma s'ingannano entrambi; ed i primi non riflettono, che le calunnie e beffe degl'insipienti meritano tutto il disprezzo, e che un libro ben fatto può screditare le sciocchezze e le ciance di mille libri perversi: gli altri non conoscono la forza e della cristiana virtù, della quale non può un'empio sostenere con intrepidezza l'aspetto, e della divina clemenza, la quale seconda talvolta il coraggio e le preghiere di pochi per condurre a' cristiani doveri le menti più cieche e le volontà più ostinate e ribelli. Io non la penso così: e sfornito come sono di quella dottrina e pietà, che ammiro in essi, non ho voluto lasciare di [XII] oppormi in qualche modo a questo torrente devastatore; e non potendo colle mie ho procurato di somministrar qualche rimedio al comune contagio colle forze altrui.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





Ezechiele Fedeli