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      Ma lampi erano questi di luce imperfetta, che interrompevano, non dissipavano le loro caligini. A noi soli era riserbata quella copiosa luce divina, che illumina perfettamente, e senz'abbaglio o incertezza scopre ogni più utile verità; e compagna fedele di quelle grazie e forze superiori, colle quali non lascia la provvidenza divina di porger riparo alle deboli forze di una natura già spossata ed inferma, fa sì che l'uomo divenga di se stesso maggiore, e facile e pronto non solo a scoprire le più sublimi ed utili verità, ma anche ad eseguire le più grandi e difficili imprese: e quel perfetto sapiente, che non seppe mai produrre nè il Pecile nè il Peripato, nacque al primo spuntar di questa luce divina, e crebbe e si moltiplicò in maniera, ch'ebbe luogo non solo nelle reggie più nobili, ma anche fra le più sconosciute capanne. Ora il credereste! questa appunto è la luce, che l'Eretico non cura e disprezza; quest'è quel lume divino ch'egli pospone al lume tenuissimo della ragione; e questi sono gli ajuti ai quali si oppone con pertinacia e resiste: e potrà farlo senza colpa? e non sarà questa opposizione, in un battezzato specialmente, uno de'delitti maggiori?
      Un filosofo gentile, che non conosce la divina rivelazione, se avviene che s'appigli ad un culto superstizioso, e ch'ammetta un qualch'errore contrario alla stessa naturale onestà, non si oppone che agli scarsi lumi della ragion naturale, che non è capace di preservarlo da ogni errore, ed a que' sussidj comuni, de' quali nel presente ordine di provvidenza niuno vien defraudato.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





Pecile Peripato Eretico