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      Non è la Chiesa una società meno perfetta dell'altre; non è dell'altre meno ordinata, e visibile; non meno autorevoli adunque esser debbono que' superiori che la governano, pubblici e palesi que' vincoli, che la stringono esteriormente, inviolabili i doveri che l'accompagnano: ed è da credersi assai più sprezzatore di Dio e de' divini comandamenti chi disprezza i sagri Pastori ed i loro comandi, che chi disprezza il sovrano e le civili sue leggi. Si chiami pure come più loro aggrada un tale comando: chè non è questo il luogo di disputare sulla legislativa podestà della Chiesa; niuno potrà negarmi che incontrino i Fedeli un preciso dovere di obbedire alla Chiesa allorchè definisce e propone le cattoliche verità, senz'aspettare altre approvazioni e conferme. La sua voce non è che la voce di Gesù Cristo: Qui vos audit, me audit. Ed anche prima che i sovrani fossero in disposizione di approvare le celesti sue leggi, Dio ha intimato a tutto l'uman genere di credere sotto pena di morte eterna: e la Chiesa interprete fedele della divina volontà sotto gravi pene anche temporali ha rinnovato così utili prescrizioni a tutti i Fedeli. Qui non crediderit, condemnabitur; così Gesù Cristo in S. Marco(100): e si hanno poi su questo proposito tante regole conciliari, e tanti canoni apostolici, quante sono le dommatiche definizioni, che proscrivono gli errori e sotto gravissime pene proibiscono di adottarli; ed a queste proibizioni hanno sempre prestata la dovuta obbedienza tutti i buoni Fedeli, nè v'è che il solo Eretico che abbia la temerità di contraddire.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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