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      Ossia che gli Eretici cerchino nella molteplicità dei sedotti compagni qualche alleviamento a quei contrasti, che soffrono nella coscienza pel già fatto abbandono, o che la loro superbia, la quale, al dire anche di S. Pietro(115), è la compagna indivisibile dell'empietà e dell'errore, non sia mai sazia, se non si vede intorno una folta schiera d'adulatori e seguaci; certa cosa è, che tutti gli Eretici in eo se lucrum, sono parole di S. Girolamo(116), putant consequuti, si alios decipiant, & ipsi perditi coeteros perdant. Qualunque errore in materia di Religione misto alla pura farina delle cattoliche verità, che sta rinchiusa come in una fedelissima arca nel cuore dei veri credenti, è un fermento, che tutta l'altera e corrompe, come scrisse S. Paolo ai Galati(117), è una schifosa cancrena, come soggiunge lo stesso a Timoteo(118), che tutte guasta e corrode le vive carni che le stanno d'intorno, e scorre e serpeggia insidiosa, e porta ad ogni parte del corpo l'infezione; è una peste in somma, un contagioso malore, un fuoco desolatore, che involge nelle voraci sue [42] fiamme quanto gli si para dinanzi, e tutto incenerisce e consuma. Potrei mostrarvelo con esempj presi dalle storie degli antichi Eresiarchi, di Ario specialmente e di Nestorio, gli errori dei quali tanto si dilatarono nei primi secoli del cristianesimo, e colle a noi più vicine de' Protestanti in Germania; ma lo credo inutile e perchè sono troppo noti i funesti avvenimenti, e perchè abbiamo tuttora sotto degli occhi la dolorosa tragedia.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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