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      L'autore delle novelle ecclesiastiche di Parigi non contento d'aver' adottato questa massima, l'ha anche munita di quest'efficacissima dimostrazione. La politica costituzione e il governo d'ogni Stato restano dalla Religione consagrati per modo, che mostrando per lei come un sigillo ed impronto della Divinità divengono più graditi ai popoli, e meno esposti alla violazione e disprezzo; e i doveri del cittadino divenuti anche doveri di chi professa la Religione acquistano nuova forza e diritto ond'essere adempiuti esattamente; ed appoggiato alla divinità perde gran parte della natia debolezza anche ciò che è parto dell'umana istituzione(139). Volete un saggio dell'infelicità, che per mancanza di questo sussidio incontra un'uomo mancante di un così salutare presidio? ve lo somministrano tanti viaggiatori che talvolta si sono incontrati in que' selvaggi che vivono nascosti fra le selve della nuova Zembla e della nuova Guinea. Volete un'idea di ciò che può divenire una società colta ancora e civile, che perde la Religione? Ah che pur troppo ve la somministra la Francia! nè poss'io additarvela senza raccapriccio ed orrore. Ma che altro si poteva [50] aspettare da quel libertinaggio e da quell'irreligione, che da qualche tempo avevano alzate colla maggior'impudenza le abbominevoli insegne in quelle amene contrade? Aveva il Clerch predetto in Olanda in un congresso, ch'ebbe coll'empio Collins ed altri liberi pensatori Francesi, le conseguenze funeste de' strani loro pensamenti, allorchè disse loro, che i Deisti rompono i legami più certi dell'umanità, insegnano a scuotere il giogo delle leggi, distruggono i motivi più inducenti alla virtù, e privano gli uomini di tutte le loro consolazioni(140). E noi le vediamo tutte, ahi con quanto rammarico! avverate in questo regno infelice, che per mancanza di Religione avendo spezzato il freno di que' sovrani e Pastori che lo reggevano con tanta prudenza e dolcezza, è caduto in mano di que' perversi amministratori che per questo difetto medesimo chiamerebbonsi anche da Platone(141) seditiosi viri, larvarumque ingentium praesides, imo larvae ipsae simiae maximae maximeque praestigiatores sophistarumque sophistae.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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