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      La tolleranza maggiore, che si può permettere talvolta in qualche caso particolare ed in quei paesi infelici, nei quali il numero e la potenza degli Eretici è tale che non si può senza rischio passare a più severe risoluzioni, non è mia ispezione il fissarla adesso. Sarebbe da desiderarsi, che nel ricercare ch'hanno fatto non che l'impunità ma il libero esercizio della loro superstizione avessero sempre gli Eretici incontrata quella fermezza d'animo, docilità e giusta maniera di pensare, che ebbero Ferdinando II. e S. Ambrogio, allorchè pregato l'uno di questo favore, e consultato l'altro da Valentiniano Imperatore se poteva accordarlo ai Romani che lo ricercavano, rispose il primo che non era quest'affare di sua ispezione: liberalitatem hanc non esse sui juris et fori, illamque non a Caesare [125] sed a Pontifice postulandam(334): lo dimostrò l'altro affatto pericoloso e malvagio, e prese a sostenere con gran forza e calore, che alieni erroris societatem suscipere non possumus(335). Se tutti avessero pensato e risposto così, o non sarebbe stato introdotto giammai sì grande abuso, o sarebbono state prescritte tali precauzioni e riserve da non poter nuocere alla pietà de' Fedeli, e da render sempre più difficile l'accrescimento de' refrattarj ed increduli. Ma questa mente, docilità e coraggio non si sono trovati in tutti; e si è veduto pur troppo in qualche luogo adottato il pestifero suggerimento, che ad escluderlo poteva bastare il sapersi da Marcellino che prima d'ogni altro l'aveva pubblicato Giuliano l'apostata, il quale col disegno di distruggere la cattoli


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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