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      Si desumono queste per lo più dai Padri nell'ultima mia citati, ai quali si possono aggiungere Origene, S. Atanasio e S. Gio. Grisostomo: ma tutto succede con aperta impostura e violenza. Ecco ciò che dice Tertulliano [146] contro i persecutori idolatri(368): Sed nec Religionis est cogere Religionem, quae sponte suscipi debet, non vi, cum et hostiae ab animo libenti expostulentur. Non sono molto dissimili a queste le espressioni, che usano i due altri apologisti, Lattanzio ed Atenagora; se non che il primo esorta inoltre i Gentili a lasciare la cura agl'Idoli di vendicarsi dell'ingiurie, che ricevono dai Cristiani, e cur illis, soggiunge (cioè agl'Idoli), non relinquunt ulciscendi sui locum, si eos posse aliquid arbitrantur? L'altro domanda(369); Cur istis (agli idolatri) impune de Deo dicere quod libuerit, & scribere liceat, nobis autem posita sit lex, qui quod et intelligimus & credimus, unum Deum esse, id veritatis signis & rationibus demonstrare possumus? Taccio quelle degli altri per non ripetere lo stesso: e solo rifletto, che ad eludere queste ed altre consimili espressioni bastar potrebbe quella generale eccezione, che si suol dare ad alcuni Padri, che trasportati dallo zelo contro l'errore che combattevano hanno talvolta con non troppo misurate espressioni fatto sospettare d'essere caduti nell'errore contrario; e si potrebbe rispondere che sono comparsi disapprovatori della discreta, quando non hanno avuto in mente che di combattere la coazione ingiuriosa ed ingiusta: e si potrebbe ancora aggiugnere la riflessione, della quale si serve il Muzzarelli per iscansare le espressioni alquanto dure di S. Ilario, e dire, che nati alcuni degli antichi Padri e scrittori in tempo in cui infieriva tuttora o la crudele persecuzion de' Gentili o la non meno barbara ed ingiusta degli Ariani, che a quella è succeduta, e non consapevoli per anche de' sommi vantaggi, che recar poteva alla Chiesa la temporal coazione, esperimentati poi poco dopo da S. Agostino, si deve supporre che non altro abbiano voluto impugnare che l'opportunità e convenienza d'usarne allora, non la loro equità e giustizia.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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