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      Tu non attendis nisi eos, qui ita duri sunt, ut nec istam recipiant disciplinam; sed debes etiam tam multos attendere, de quorum salute gaudemus. Anzi egli è così persuaso che giovi un tal contegno, che pensa non debba esser trascurato neppur nel caso che molti fossero quelli che fingono, e molti quelli che sforzati in questa maniera fossero per affettare una bugiarda pietà. Anche in questi considera il gran bene di non averli più scandalosi, se non ravveduti: e vede in quelli stessi che impenitenti soffrono l'estremo supplicio il medesimo vantaggio che trova negl'ipocriti e quel di più che procurano presso gli altri men robusti e costanti col loro esemplare castigo. La loro ruina rincresce, lo so, alla Chiesa che ama teneramente tutti i suoi Figli, e non meno del celeste suo Sposo vuole la salute di tutti; ma trova anch'essa nella preservazione di tanti altri un qualche compenso, ed asciuga il pianto di qualche perdita colla consolazione di potere stringere al seno non pochi rapiti all'ingorde fauci dei seduttori. Imperciocchè ama ella è vero, soggiunge il Santo, tutt'i suoi Figli teneramente anche ostinati e ribelli, come amava Davidde Assalonne, e per tutti adopra le maggiori premure per salvarli; ma se non può la casa di Davidde, non può il regno di Dio aver pace altrimenti che colla morte di alcuni di loro, che altro resta a lei, se avviene che la giustizia abbia il suo corso, che piangere i perduti, e rallegrarsi insieme per la pace acquistata, e compensar con questa il sofferto dolore?


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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