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      Tanto è vero che conviene ai Vescovi la podestà; di cui parliamo, che gli stessi nostri contraddittori non l'hanno potuto dissimulare affatto, e molti di loro per trasportarla ne' principi cattolici hanno creduto necessario di trasferire in loro anche il nome di Vescovo, chiamandoli, come si disse una volta scherzando anche il gran Costantino, Vescovi al di fuori della Chiesa: ma tutto inutilmente e senza ragione. Il diritto che avevano i Vescovi di castigare anche con pene temporali prima della conversion de' sovrani lo ha confessato la venerabile Facoltà di Parigi, riprovando la proposizione d'Erasmo, veteribus Episcopis ultima poena erat anathema, colla seguente confutazione e censura(443): Propter infestationem Tyrannorum in primitiva Ecclesia non poterant Haeretici severiori poena mulctari, quam excommunicationis; postea tamen, cum principes, soeculi Ecclesiae submisere colla, perspecta contumacia atque impietate Haereticorun, necessarium fuit, ne dum conveniens, in illos gladio temporali animadverti. Praecedentes autem propositiones (che erano molte) errori suffragantur Haereticorum negantium licere & expedire Haereticos contumaces extremis [180] suppliciis coerceri, etiam quando nulla inde sequitur perturbatio reipublicae, & hoc exposcat salus multorum. Quello che ai Vescovi compete dopo che i principi sono divenuti cattolici lo attesta il gran Fenelon dicendo; il mondo sottomettendosi alla Chiesa non ha acquistato il diritto di assoggettarla. I principi diventando figli della Chiesa non ne sono divenuti i padroni.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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