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      Dico in terzo luogo che moltissimi dei fatti, che si possono portare in contrario, sono inutili, perchè disapprovati dalla Chiesa in più incontri e sono notissime le formole di Fede prescritte regolarmente dagl'Imperatori e le varie leggi incompetenti da loro pubblicate, che hanno incontrata codesta sorte, ed i rimproveri fatti da S. Ilario a Massimo per l'importuna morte d'Idacio, e da varj Papi e Vescovi per le inconsiderate stragi della Sicilia, del Messico e di S. Bartolomeo s'incontrano in ogni storia. Altri poi sono contrarj al loro intento, perchè non avvenuti senz'intelligenza e consenso dell'ecclesiastica podestà: e tali sono appunto le provvidenze prese dai Re di Francia e registrate ne' loro Capitolari, che per l'influenza che avevano in quel governo i Vescovi anche negli affari di stato si possono riputare piuttosto leggi della Chiesa che dello Stato. E siano pure nate talvolta dai principi soli e non dal clero; che prova ciò? non altro, dice Mons. Bossuet(454), che quella buona armonia, che è passata più volte tra l'una e l'altra podestà, per la quale altera alterius munia in speciem usurpavit eo jure, quo amici amicorum rebus utuntur; ma sono affatto inutili per dimostrarne il rispettivo diritto. Amico non ne dubitate; le cause di Fede sono sempre [186] state riconosciute di privativa ispezione della podestà della Chiesa: ed anche quando a sua protezione e difesa hanno i sovrani stesa sopra i colpevoli la spada vendicatrice, non hanno preteso di far'altro che aiutarla e soccorrerla, non mai di pregiudicare ai suoi diritti, o di usurparne il giudizio.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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