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      Sono questi di sua privativa ispezione anche quando si tratta di pene temporali e corporee, nč altro č riserbato ai sovrani, che l'onore di prestare alla Chiesa; o per dir meglio, alle leggi il forte loro braccio, quando il bisogno lo esiga ed essa lo implori. Il che succede sempre che trattasi di pene di mutilazione e di morte, alle quali non giunge il tenerissimo cuore di questa dolcissima Madre; che giusta la frase di S. Leone(455), cruentas refugit ultiones; ma non ha poi bisogno di sempre implorarlo quando trattasi di pene moderate e leggiere. In questo caso non solo ha diritto di fulminarle, ma aver deve braccio e forza bastevole da infligerle; ond'č che Anselmo Vescovo di Laon spiegando ciņ, che aveva voluto esprimere S. Paolo col nome di verga, dice che non altro ha indicato che la coercitiva apostolica podestą, che si esercita alios excommunicando, alios jure increpando, alios corporaliter (ut decet Pastorem) flagellando(456). E S. Gregario III. indicando a Leone Isaurico il divario che passa tra l'Imperatore ed il Pontefice, vides, disse(457), Imperator Pontificum et Imperatorum discrimen. Si quispiam te offenderit, domum ejus publicas et spolias... tandemque illum et suspendio necas vel capite truncas, etc. Pontifices non ita, sed ubi peccarit quis et confessus fuerit, suspendii et amputationis capitis loco Evangelium et Crucem ejus cervicibus circumponunt, eumque tamquam in carcerem in secretaria sacrorumque vasorum aeraria conjiciunt, in Ecclesiae diaconia et in cathecumena ablegant, ac visceribus eorum jejunium oculisque vigilias, et laudationes ori ejus indicunt.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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