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      Dio stesso, che non alletta solo ed istruisce colle sue grazie, ma mortifica e spaventa colle tribulazioni e castighi ha incoraggita la Chiesa a mischiare colla dolcezza di madre anche il paterno rigore; e fra tanti esempj, che Gesù Cristo ha lasciati di moderazione e clemenza, non ha mancato di darne alcuni di risentimento e rigore per premunirla contro tutte le ciance e cavillazioni de' suoi impugnatori, V'ho accennati altrove la severità usata cogli Scribi e Farisei, ed i flagelli impugnati contro i profanatori del tempio; aggiungo adesso, che se nell'atto istesso che si accinge a prestare a tutto il genere umano i tratti maggiori di sua amorevolezza e bontà, consegnando se stesso qual mansueto agnelletto al furore degli empj per la salute di tutti, atterrò a scampo e difesa de' sbigottiti discepoli i furibondi sgherri preparati a sorprenderlo; rimproverò i discepoli difettosi; ed abbandonò il perfido Giuda in braccio delle sue furie, perchè e in vita, e dopo morte ne facessero strazio; non v'è chi possa a ragione pretendere, che la mansuetudine, che aveva poco prima con tanto calore raccomandata ai discepoli stessi, sia così schiva d'ogni temporal coazione, che non ne soffra alcuna connessione e consorzio.
      In non dissimil guisa, come v'ho detto altrove(513), tempera la Chiesa colla dolcezza il rigore; ed ora mansueta e paziente spedisce inermi tra gl'Infedeli i suoi ministri, e colla predicazione li invita alla Fede non d'altro premurosa che o d'acquistare nuove pecorelle al sagro ovile, o d'accrescere i suoi trionfi col sangue de' suoi figliuoli; ora minacciosa e severa difende ne' paesi cattolici le timide pecorelle, e spaventa colla pastorale sua verga i lupi rapaci, o troppo perniciosi e protervi li abbandona ai più rigorosi castighi: non d'altro anche in quest'incontri sollecita, al dire di S, Agostino(514), che di procurare l'emenda delle pecorelle smarrite, o far sì che non sussistano ad altrui danno e [215] ruina: ut quid enim, dic'egli, eos (gli Eretici) tanta cura vestigare atque indagare conamur, nisi ut captos in apertumque productos, aut etiam ipsos veritate doceamus, aut certe veritate convictos nocere aliis non sinamus?


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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