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      E questa ampiezza di podestà e questa necessità di così universale ingerenza fu riconosciuta ed approvata così comunemente, che riportò da Giustiniano stesso la più esatta ed autentica confessione, e fu esercitata mai sempre senza notabile contrasto dai più saggi e religiosi Pontefici. Giustiniano ne parla nella lettera che scrive ad Epifanio Arcivescovo e Patriarca di Costantinopoli, e dice che questa è stata la costumanza di tutti i tempi, e ch'egli non sarà mai per permettere che si rechi in questa parte alcun pregiudizio alla S. Sede; Neque enim, così egli(569), patimur, ut quiquam eorum, quae ad ecclesiasticum spectant statum, non etiam ad ejusdem referatur beatitudinem: quum ea sit Caput omnium sanctissimorum Dei sacerdotum: vel eo maxime, quod, quoties in eis locis Haeretici [246] pullularunt, et sententia et recto judicio illius venerabilis. Sedis coerciti sunt. Non aspettate da me una lunga serie di fatti a rinforzo di sì autentica testimonianza; chè pochi bastano a sua maggiore dilucidazione e conferma. Basta ciò che fece S. Clemente con quelli di Corinto, il quale non contento d'avere scritta quella sua lettera(570) piena di zelo veramente apostolico, ci assicura S. Ireneo che a miglior sostegno e difesa della Fede cattolica, che era in pericolo, spedì colà Claudio, Efeso, Valente, Bittone e Fortunato, perchè coll'opera e colla voce recar potessero quegli ulteriori vantaggi, che si sarebbero sperati in vano dalle sole scritte istruzioni e minaccie. S. Pelagio fece lo stesso nel sesto secolo contro gli scismatici Tracio e Massimiliano, mandando Pietro e Projetto l'uno Prete e l'altro Notaro, e raccomandandoli a Narsete perchè nulla mancar potesse alla più facile spedizione della causa(571). E furono nel secolo stesso deputati da S. Gregorio alcuni de' suoi ministri a Costantinopoli con ordine di ultimare in sua vece le cause di minor conto, e di spedire a Roma quelle che apparivano di maggior considerazione(572). Il rimprovero stesso fatto da Gelasio Papa al sopra citato Vescovo di Dalmazia per le sue meraviglie non conformi all'idea, che aver doveva dell'autorità della S. Sede, ed alla pratica di tutti i tempi dimostra ad evidenza quanto v'ho'insinuato sin qui.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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