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      La restrizione però de' vostri dubbj che più m'interessa, e di cui vi prego con premura maggiore, si è che non li lasciate mai trascorrere a fatti e cause particolari, nelle quali si spaccia con somma franchezza dai nostri contraddittori che il S. Officio abbia talvolta sbagliato. Chi può negarlo generalmente, che sappia da Demostene che omnia praeclare gerere, et successibus uti perpetuis rerum, nec quicquam errare Deorum est(773); e da S. Agostino che volentes nolentes multum errant qui judicant(774)? Ma chi può quindi a ragione inferire che merita per questo disapprovazione e disprezzo o il loro impiego o chi lo sostiene? Quando sarà riuscito ai nostri contraddittori di ritrovare un tribunale puramente umano, che costretto a giudicare fra le caligini e miserie che ci assediano per ogni dove in questa valle di pianto, il quale non abbia sbagliato giammai, avranno qualche ragione di anteporlo al nostro, che ha avuto bisogno [330] di qualche riforma per divenire meno soggetto ad errare: ma non riuscendo loro di ritrovarlo, ammirino piuttosto in questo la molta cura e diligenza che usa per evitare i disordini, e cessino una volta di andare in traccia con tanta sollecitudine di ogni suo mancamento per iscreditarlo. Anche S. Gioanni Grisostomo ingannato dalle maligne deposizioni di bugiardi accusatori e testimonj, che erano congiurati contro Severiano, e dalle bugiarde apparenze di esteriore pietà de' Monaci della Nitria, già condannati come Origenisti da Teofilo Vescovo Alessandrino, sbagliò e nel condannare il primo(775) e nell'accogliere con troppa benignità i secondi(776): ma chi ardirà mai per questo di mettere in dubbio o la santità del giudice o la necessità del tribunale vescovile, dal quale emanò il bando a danno di Severiano?


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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