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      [353]Per verità non è senza gran mistero che venga progettato ai dì nostri un tale sistema, dopo che si sa e che il proporlo altrove fu lo stesso che distruggere affatto il tribunal della Fede, e che la sua. distruzione è stata per lo più preceduta da qualche importuna innovazione: nè io credo di poter'essere tacciato di molta imprudenza, se a fronte della premura che mostra talvolta per sostenerlo io concepisco qualche sospetto della cattiva intenzione dell'astuto commentatore, che ha concepito un tal progetto. Sin dal suo nascere era stata introdotta in Napoli l'Inquisizione delegata, e per munificenza di quei sovrani vi si era mantenuta pacificamente sino al principio del secolo XVI.. In questo tempo si cominciò a parlare di mutazione e riforma, e in questo tempo appunto cominciò a decadere per modo che incontrò finalmente una totale ruina. Ferdinando lo voleva sotto la forma di Spagna, ma nol permisero que' popoli troppo intimoriti dal suo imponente apparato. Intanto non ebbe luogo la nuova forma, e l'antica fu indebolita per modo che non potè più agire colla solita libertà e vigore. Rinnovò le premure di Ferdinando l'Imperator Carlo V., che vide più forza nel tribunale del S. Officio per frenare la luterana perfidia che nelle sue armi; ma andò a voto anche questa volta il disegno: e perchè invece di avvivare e rinforzare lo zelo de' primi Inquisitori non si pensò ad altro che a fare in un genere così delicato novità sostanziali, ora con deputare Secolari a trattar materie di Fede, come fece l'Imperatore in Manfredonia, rigettati giustamente da quei cittadini che risposero non esser questi affari di principe laico ma del Papa(791), ora con procurare di far sostituire dal Papa i Preti ai Regolari, come il Rebiba Vescovo di Motula vicario generale dell'Arcivescovo di Napoli, al quale sono poi succeduti in seguito varj altri vicarj generali sino al 1661., ora col fissare la carica nel Nuncio apostolico, che fu destinato per successore al Piazza Vescovo di S. Severino e vicario anch'esso dell'Arcivescovo nell'anno suddetto, ora qualch'altro Vescovo nazionale, il primo de' quali fu Mons.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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