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      Que' famigliari e ministri semplici, che oltre a questi s'incontrano negli altri tribunali, non hanno alcuna esenzione o privilegio reale o personale, se la delazione si eccettua di quell'armi che sono divenute ormai comuni a tutti i cittadini; e non altro premio aspettano dal fedele e dispendioso servigio, che somministrano talvolta al sagro tribunale, che le spirituali indulgenze, parte comunicate loro da' Padri Inquisitori autorizzati a farlo in certe occorrenze dalla S. Sede, parte dalla S. Sede stessa immediatamente, le quali quanto più giovano ai loro interessi dell'anima, tanto meno recar possono d'aggravio e disturbo ai governi ed ai popoli.
      Ma lo recano almeno que' pochi, che in ricompensa del più intimo e geloso loro servigio forz'è che godano del beneficio del foro e di qualch'altra esenzione e privilegio? La sola necessità d'avere questi pochi officiali, e d'averli da altri indipendenti, ha indotto la S. Sede a volerli: chè non sarebbe che ridicolo [360] quel tribunale, il quale sparso in più luoghi non avesse un giudice almeno subalterno che lo reggesse, un cancelliere che registrasse e scrivesse i suoi atti, ed un balio che chiamasse opportunamente in giudizio; e molto più poi se dove far devonsi gli atti maggiori mancasse di opportuno avvocato fiscale che li dirigesse, e di avvocato de' poveri che le parti prendesse de' rei. Soffrirebbero forse d'esserne privi, o si contenterebbero di sì pochi ministri que' Preti, che il commentatore vorrebbe sostituiti ai Regolari, e sotto la direzione de' quali egli prevede che tutto camminerebbe a dovere?


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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