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      Ma se riesce a lui d'ingannare con quest'arti i deboli, non l'otterrà coi savj e prudenti, che distinguendo ne' ministri del tribunale alcuni perversi dai molti esemplari e piissimi, dal castigo, che quelli incontrano frequentemente, prenderanno motivo d'ammirare la giustizia e lo zelo de' loro Superiori, e dalla pietà degli altri la perfezione ed il merito del tribunale.
      Andiamo avanti, e vediamo se i governi ed i Vescovi almeno hanno pei Patentati quella nausea, che i popoli aver non vogliono. E qui non posso negarvi, che se si trova in qualche paese un giudice affamato o avaro, il quale si veda volontieri moltiplicar le cause fra le mani per ritirarne un maggior lucro, a questi non può piacere, che le cause dei Patentati privilegiati [362] vadano sul tavolino degli Assessori del tribunale del S. Officio, i quali per altro non sono mai Frati, ma Preti o Laici, come appunto desidera il commentatore. Sono poche, è vero, ma anche il poco piace a chi non è mai sazio, ed a chi crede perduto tuttociò che va in altrui mano. Ma se si tratta di giudici integerrimi, che più de' privati vantaggi hanno in mira l'obbedienza dovuta alle sovrane disposizioni della S. Sede, e più che i proprj comodi desiderano il buon'ordine ed il pubblico bene; sappiate che non rincresce loro nè punto nè poco questa privativa, che è poi così ragionevole e discreta, che invece di padrocinare chi ha il torto, come sogna costui, o li giudica con maggior'esattezza e giustizia di quello che far sogliano gli altri tribunali, o li priva de' privilegj, de' quali vogliono abusare, e li lascia bene spesso in balia dell'altrui giurisdizione e potere.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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