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      Niuno perde ciò che non ha: e prescindendo da qualche incongrua circostanza, esser dee cosa indifferente pel principato, che queste cause siano giudicate piuttosto dalla sola ordinaria podestà de' Vescovi, che dalla stessa unita alla delegata dai Romani Pontefici; [368] e purchè resti intatta in loro quell'onorificenza, della quale li ha fregiati la provvidenza divina, di potersi mostrare nell'occasione protettori e difensori della cattolica Religione, non hanno di chi lagnarsi, nè possono soffrire alcun danno da un tribunale, che spesso implora e desidera la loro assistenza. Ma che dissi l'implora e desidera? se ne mostra, dir doveva, così premuroso e sollecito, che atto non v'è di convenienza e d'ossequio, che non usi per ottenerla, e non v'è atto di riconoscenza, che non presti dopo d'averla ottenuta.
      Tal deferenza e riguardo ha avuto la S. Sede pe' rispettivi sovrani nel sistemarlo, che restano ben compensati i sussidi, che prestano, dalle liberali sue concessioni. Ha accordato loro o in tutto o in gran parte le confische di que' beni, che appartenevano agli Eretici condannati. Inalterabile ha voluto che fosse verso di loro la venerazione e rispetto de suoi officiali; ed essi non meno dei Vescovi restano immuni dalle ordinarie loro processure, nè vi è Inquisitore che ardisca di ricevere contro di loro alcuna deposizione. Leggete il capitolo Inquisitores delle Decretali di Bonifacio VIII.(802), e sappiate che sebbene parli dei Vescovi, il Pegna però ed altri, classici autori insegnano, che comprende ed esenta ogni altra persona di molta distinzione e riguardo.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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