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      Ma perdo il tempo nel dimostrare una verità così evidente, che non ha potuto essere oscurata dai malevoli neppure agli occhj di que' sovrani, che sono stati i più avveduti ed i più gelosi del principato; tra i quali non ha certamente l'ultimo luogo l'Imperator Carlo V., che, a dispetto delle molte calunnie sparse dai Protestanti contro il tribunal della Fede, ha fatto assai più per istabilirlo e nelle Fiandre e in Napoli, di quello abbia [371] potuto fare la Chiesa per sostenerlo. E prima ancora di lui s'erano dimostrati del medesimo sentimento Federico II., che lo stese per tutto il vasto suo impero, S. Lodovico, che lo cercò con premura perchè fosse introdotto nella Francia, Alfonso in Valenza, Gioanni III. in Portogallo e varj altri principi ne' loro rispettivi paesi. Basta riflettere ai vantaggi, che la cattolica Religione reca alla società ed al trono, esposti già da me nella lettera 5., e contestati da Ferdinando III. Imperatore, da cui fu chiamata la Religione cattolica non tantum sui, verum etiam omnium regnorum basis & fundamentum, per restar convinti del gran bene che porta loro quel tribunale, che la difende e conserva: nè si troverà solo irragionevole il dubbio di chi volesse proporre solamente per modo di problema il quesito, se convenga o no il sopprimerlo, ma ragionevolissimo anzi e parto di somma avvedutezza e prudenza il contegno di Paolo V., dal quale, come vi ho accennato altrove, erano accarezzati moltissimo i ministri di questo tribunale, perchè da lui creduti uno de' più validi sostegni della sua pontificale tiara.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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