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      Delegati ajutarli e soccorrerli?
      Udiste dall'antecedente mia lettera quanto ha fatto la S. Sede per mostrare in quest'incontri venerazione e rispetto verso i sovrani: sentite ora quanto è stata liberale e propensa colla dignità vescovile. Niun'Inquisitore intraprende l'impostogli ministero senza prima presentare al Vescovo una lettera della Congregazione, che raccomanda alla sua assistenza e la persona e l'officio. Niuno di loro si trattiene in qualunque luogo senza ricevere pressanti lettere, nelle quali viene loro ingiunto di passarsela coi Vescovi in buona armonia, e di prestar loro i convenienti officj di venerazione e rispetto. Niuno ha mai avuta autorità ordinaria di procedere contro di loro: chè nell'antico sistema era loro vietato dalle citate decretali di Bonifacio VIII., nel nuovo da Paolo III.(824). I Vescovi ancora sono chiamati prima di ultimare le cause: e se ambi, come possono di fatti, hanno proceduto, si comunicano in fine gli Atti. Non si pronuncia sentenza, nè si prende alcuna gravosa risoluzione d'esame rigorosa(825) o di qualche castigo senza il loro consenso; e se discordano talvolta, non cede il Vescovo all'Inquisitore, ma resta sospesa la risoluzione finchè non giunga l'oracolo supremo della S. Sede: e nell'informazioni e suppliche tanto si deferisce loro dagl'Inquisitori e dalla Suprema, che più che congiudici e socj del tribunale delegato sembrar potrebbono i Vescovi talvolta direttori ed arbitri del medesimo. Può darsi di questo favore e convenienza maggiore?


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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