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      Io però non so conciliare tanta fierezza colla costante massima della Chiesa di trattare gli Eretici con quella maggiore possibile dolcezza, che è conciliabile colla comune salvezza e tranquillità della Chiesa. L'affettazione stessa, colla quale si procura dagli accennati storici di persuaderla a forza d'invenzioni e di rami, capaci di sorprendere i soli ignoranti e deboli, mi persuade che la cosa sia assai diversa da quello che dicono; e credo questa una delle solite calunnie inventate per iscreditarlo. Che se si volesse ascrivere tanto rigore non al tribunale supremo, ma ai soli Inquisitori Domenicani, ai quali pare che vogliano restringerlo in ispecial modo il Fleury ed il Van-Espen, e con maggiore impudenza ancora il tante volte summentovato commentatore della Bolla di Paolo III., dirò che questo ancora mi sembra incredibile; sì perchè i Domenicani non sono uomini dissimili agli altri, come anche perchè nelle occorrenze questi più degli altri hanno dati contrassegni evidenti di moderazione e dolcezza. Per darvene qualche prova non vi rammenterò le preghiere, che non interpose indarno S. Domenico per liberar dalla morte alcuni impenitenti, de' quali aveva motivo di credere che si sarebbero poi ravveduti; nè la premura, colla quale il P. Matteo Ory(839) si adoprò e in Parigi e in Roma per liberar S. Ignazio da quelle ingiustissime vessazioni ed accuse, che lo molestavano. Fu il primo un tratto d'illustrazione e provvidenza straordinaria, che non poco serve a dimostrare le naturali disposizioni di quelli, che sono succeduti nella sua carica: ed era troppo bella in S. I


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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