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      Ma che Iddio non permetta giammai adesso che il nemico infernale ci maltratti e c'inganni, e che noi permetta talvolta in vista dei sagrilegi attentati di quei malvagi Cristiani, che abbandonano lui per chiedere al Demonio assistenza e favore; e che il Demonio non possa essere adesso dai suffumigi ed altre cose corporee allettato e mosso, non ut animalia cibis, come dice S. Agostino(905), sed ut Spiritus signis, e come spiega l'Angelico(906), in quantum haec iis exhibentur in signum divini honoris, cujus ipsi sunt cupidi; questo è che a parer mio non si può negare senz'incorrere la taccia di troppo ardita temerità, che spalleggiata da piccole congetture fa fronte e si oppone non alle sole più veridiche storie e alle replicate testimonianze dei Padri e scrittori più accreditati, ma anche alla Scrittura ed alla Chiesa. Non poche sono le vessazioni date ai miseri mortali dal [404] nemico comune anche dopo la nascita e morte del Redentore, delle quali si hanno da' scrittori del nuovo Testamento autentici documenti. Non sono pochi i fatti che raccontano a questo proposito le più veridiche storie. Sì parla ne' vangeli di S. Matteo(907), di S. Marco(908), di S. Luca(909) ed altrove di un lunatico, di un muto, di uno compreso da spirito immondo e di cent'altri molestati dal Demonio crudelmente; nè si tace l'amorosa cura, che di loro si prese il Redentore per liberarli: e perchè non era per cessare sì presto il bisogno dello stesso sovvenimento, volle partecipi della medesima podestà anche gli Apostoli, e per via di sacri riti ed ordinazioni la perpetuò nei loro successori.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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