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      Si hanno nella Pratica, che girava per mano degli Inquisitori, e fu poi arricchita dal Carena di ottime note e commenti, le gravi riprensioni e minacce fatte a tutti gl'Inquisitori, che in questa causa si sono allontanati dal prescritto sentiero; ivi si leggono i replicati decreti, nè si tacciono i castighi, che si sono stesi sino a rimovere dall'officio quegl'Inquisitori, che non avevano in queste cause osservata la dovuta esattezza e diligenza. Poteva far di più per evitare ogni ingiustizia e disordine? E se dopo tante leggi e premure alcuni ne sono accaduti, a chi dovrà attribuirsene la colpa? al tribunale, che ha usata ogni diligenza per evitarli, o a chi ha trasgredite tutte le sue leggi per commetterli?
      E questo sia detto in giustificazione del tribunale relativamente a quelle esecuzioni, nelle quali si pretende che sia stato crudele per aver proceduto talvolta all'estremo abbandono, anche quando i sortilegi non sono stati accompagnati da formale [412] pertinace eresia, o non hanno conseguito que' funestissimi effetti, pe' quali motivi soltanto, come già si è detto, secondo le pontificie disposizioni possono essere in tal modo puniti. Poichè se di altro genere di pena si vuole ragionare, e si pretende, che quando i maleficj sono senz'effetto e senza cattiva ostinata credulità non possono essere che con ingiustizia e crudeltà castigati colle flagellazioni, colle carceri e con opere laboriose e servili, colle quali vengono dalle leggi canoniche moderatamente puniti, allora, io ripiglio, la calunnia è maggiore, e dopo averli mostrati ingiusti nella taccia che danno al tribunale per irregolarità commesse talvolta in queste cause, vi farò comprendere quanto siano irragionevoli i suoi nemici nel prendere la protezione e difesa di questa gente inumana.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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