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      Così si confondono ai giorni nostri cose tra loro assai disparate e dissimili; e tutto si guasta e travisa per procurare impunità al più vergognoso libertinaggio. Furono ben lontani dalla delicatezza de' giorni nostri, che disapprova le semplici denuncie, i rigori d'Egitto, che assoggettavano alla pubblica indignazione delle leggi chiunque trovavasi presente ad un'omicidio, nè la cura si prendeva non che d'accusare, ma anche di arrestare il colpevole. Dalle quali disposizioni non si scostò molto la legislazione di Atene e di Roma; ed una ve n'ha tuttora in Inghilterra, che frena per tal mezzo l'ingordigia de' ladri. Fu poi di queste assai più risoluto e più forte lo zelo di molti antichi Cristiani, de' quali abbiamo parlato altrove, i quali al manifestarsi di qualunque Eretico la cura si prendevano di renderne ben presto consapevoli i Pastori, e non si vergognavano talvolta di condurli essi stessi ai rispettivi tribunali, e di assoggettarli al meritato castigo. Ma nulla serve a disinganno di costoro. Atene, Roma e gli antichi Cristiani sono capi d'opera e degnissimi d'essere imitati, quando parlano ed operano a modo loro: divengono bestie e fonghi vilissimi, se per poco si scostano dai perversi loro sentimenti.
      Ma di questo abbastanza; chè non può che sconcertare assai ed affligere fuor di modo il fermarsi a discorrere a lungo de' troppo noti ed obbrobriosi deliri del secolo illuminato. Una cosa sola voglio aggiungere relativamente all'Editto, la quale può giovare se non a schiarire meglio il dubbio proposto, che credo dilucidato abbastanza, a farvi almeno vie più comprendere quanto grande sia stata la clemenza del nostro tribunale sino dal suo nascere, e quanto siasi perfezionata in appresso; ed è il [425] divario che passa tra la presente e l'antica pubblicazione dell'Editto.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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