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      Questo solo il nostro ha di proprio e di più favorevole ai rei, che dà il giuramento anche al denunciante o accusatore; e lo dà dopo di averlo avvertito del gravissimo peccato che commette calunniando chiunque in materia di Fede, e delle gravissime pene e spirituali e temporali, alle quali si espone dicendo il falso. Non fa precedere al giuridico alcun'altro esame stragiudiciale, per iscoprire donde ricavar possa i pregiudizi maggiori: non iscrive soltanto ciò che può gravare i colpevoli, ma incarta ancora le loro scuse e discolpe; e nota con ogni diligenza tutto ciò che può rendere o meno chiari i loro detti, o meno sicura la loro testimonianza.
      È vero che in questo tribunale hanno luogo alcuni testimonj di vile condizione o infami o deboli, che negli altri sarebbero esclusi. Ma non sono sempre esclusi negli altri in ogni genere di delitti; nè si possono escludere in questo, che è più grave d'ogni altro, e può dalle persone vili ed infami avere schiarimenti maggiori. Sono queste, come vi ho accennato nella quinta mia lettera, o le prime ad inventare gli errori, o le più facili ad essere sedotte, o almeno le assediate dagli Eretici prima e più scopertamente dell'altre, per trarle nel loro partito. La donna, dice S. Massimo(963), usitatus ad decipiendum sexus [430] est: fraudis suae vasculum in Ostiaria Diabolus recognoscit, quia fideles viros nonnisi per mulierem oppugnare consuevit. Lo sanno gli Eretici, e procurano d'imitarlo; e donne infami furono quelle, delle quali si servivano i Gnostici per sedurre i Fedeli, e ne sperimentò le insidie anche S. Epifanio, come narra egli stesso(964). Achilla discepolo di Ario, ed Ario stesso si servivano anch'essi di donne per propagare i loro errori; e se ne lagna S. Alessandro Vescovo d'Alessandria nella sua lettera che scrive ad Alessandro Vescovo di Costantinopoli(965), nella seguente maniera: Et nunc quidem ad judicum tribunalia nos trahunt per interpellationem mulierum disciplinam non servantium, quas ipsi in errorem induxerunt, nunc christianae Religioni probrum atque infamiam adspergunt, dum juvenculae ipsorum per omnes vicos et compita turpiter circumcursant.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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