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      Fate voi adesso il calcolo, e mettendo in una parte il numero infinito di Eretici, che in questi ultimi tre secoli si fingono abbruciati senza pietà dal S. Officio per occupare i loro beni, e nell'altra i beni e l'entrate, che gode, e le varie sorgenti dalle quali provengono, ditemi, qual fede meritano cedeste accuse? come può stare un numero sì grande di confische con una somma tanto miserabile di rendite? tanta crudeltà con tanta miseria?
      Quello che si è detto delle confische si può dire a un dipresso delle multe pecuniarie, alle quali sebbene sia proporzionata l'autorità degl'Inquisitori abilitati ad infligerle dalla Bolla di Alessandro IV., che comincia Super extirpatione(1051), per togliere però ogni dubbio di estorsione e vile guadagno, e per viemeglio manifestare, che il S. Officio ad altro non aspira che alla salute dell'anime, il supremo tribunale di Roma l'ha ristretta e vincolata in guisa, che più non possono usarne senza sua [474] intelligenza e consenso: nè vi consente giammai senz'eseguir ciò, che portano i decreti sin dal 1593. e 1595., i quali proibiscono di applicarle non solo a vantaggio del S. Officio; e furono osservati esattamente anche coll'Arcivescovo di Napoli, al quale proibì Paolo V. nel 1608. di servirsi di una multa di questo genere per la fabbrica o risarcimento delle carceri del nostro tribunale; ma di qualunque Povero ancora, o Luogo Pio, che sia in qualche modo dipendente dal tribunale o dal Convento, dove sussiste; e fu di fatti nel 1595. distribuita in Genova la vistosa multa di duemila scudi non al S. Officio o a qualche suo Patentato o ministro, non a qualche Chiesa o Convento, ma ai Poveri della Città. Nè altro poteva aspettarsi dalla S. Sede, la quale si è mostrata in ogni tempo così premurosa della riputazione e decoro del suo tribunale, e tante volte replicò i decreti spettanti a questa materia e dal sublime soglio del Vaticano e dall'augusto consesso della Minerva, quante voi ne troverete registrate ne' migliori autori che li riportano fedelmente, tra i quali il Pegna, che ne parla a lungo(1052) e cita varj altri.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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