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      E sbaglia anche peggio quando dalla moderazione e dolcezza, che raccomandano i Padri, pretende d'inferire che sono ingiuste le pene temporali, che si danno agli Eretici. Non è lo stesso, torno a ripeterlo, raccomandare la piacevolezza e disapprovare il castigo; e può secondo la diversità dello Stato e delle circostanze e l'uno e l'altra essere del pari plausibile ed opportuna. Quindi è che Beda, il quale loda Edilberto Re d'Inghilterra, perchè convertito alla Fede non usò violenza cogli altri, affinchè lo imitassero ma li allettò a seguirlo colle dolcezze e favori, dopo d'aver riportata altrove(1089) l'apostasia dei due Re Ostrico ed Eanfrido, approva come giusta la vendetta, che ne fece l'empio Re Cedualla uccidendoli; nec mora utrumque Rex Britonum Cedualla impia manu, sed justa ultione, peremit; e dopo aver detto(1090), che il Re Earcomberto fu il primo a proibire l'idolatria nel suo regno, ed a comandare il digiuno di quaranta giorni, chiama degne e competenti quelle pene, che aveva fissate contra i trasgressori: hic primus Regum Anglorum in toto regno suo Idola relinqui ac destrui simul, et jejunium quadraginta dierum observari principali auctoritate praecepit, quae ne facile a quopiam posset contemni, in transgressores dignas et competentes punitiones proposuit.
      Potrei tacere di S. Bernardo, di cui ho detto abbastanza nella lettera 10.: ma perchè meglio comparisca l'impudenza di costui e la sua facilità di contraddire alle regole stesse da lui stabilite di non dedurre conseguenze maggiori di quelle che esigono le premesse, e di non inalzar dommi e sistemi universali sopra fatti particolari, mi fermerò alcun poco sopra la disapprovazione, che fa il S. Dottore, d'alcune violenze ch'erano state usate contra alcuni Eretici, della quale abusa il Pavese per unire anche questo Padre ai pochi che vanta del suo partito.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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