Pagina (20/79)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Che di vederli in me stesso m'esalto!
     
      e ripiglio allora buòn concètto di questa carne di Adamo e degli spiriti che pòrta."
      Queste paròle del sommo pòeta britannico mi restarono imprèsse indelebilmente nell'animo, e confèsso di aver tratto più di una vòlta gran giovamento dal far come lui allorchè l'orribile tentazione della misantropia m'assalse.
      I magnanimi che furono e che sono bastano a smentire chi ha basse idèe della natura dell'uòmo. Quanti se ne videro nella remòta antichità! quanti nella barbarie del mèdio èvo e ne' secoli della moderna civiltà! Là i martiri del vero; qua i benefattori degli afflitti; altrove i padri della Chièsa, mirabili per colossale filosofia e per ardènte carità; dappertutto valorosi guerrièri, propugnatori di giustizia, ristoratori dei lumi, sapiènti poèti, sapiènti scienziati, sapiènti artisti!
      Nè la lontananza dell'età, o le magnifiche sòrti di quei personaggi ce li facciano immaginare quasi di spècie divèrsa dalla nostra. No: non erano in origine più semidèi di noi. Èrano figli della dònna; dolorarono e piansero come noi; dovettero, come noi, lottare contro le male inclinazioni, vergognare talvòlta di sè, faticare per vincersi.
      Gli annali delle nazioni e gli altri monumenti rimasti non ci ricòrdano se non piccola parte delle sublimi anime che vissero sulla tèrra. Ed a migliaia e migliaia sono tuttodì coloro che, senza avere alcuna celebrità, onorarono co' frutti della mente e colle rètte azioni il nome d'uòmo, la fratellanza che hanno con tutti gli egrègi, la fratellanza, ripetiamolo, che hanno con Dio!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79

   





Adamo Chièsa Dio