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      Amore di patria.
     
      Tutti gli affètti che stringono gli uòmini fra di loro e li portano alla virtù sono nòbili. Il cinico, che ha tanti sofismi contro ogni generoso sentimento, suòle ostentare filantropia per deprimere l'amor patrio.
      Ei dice: - "La mia patria è il mondo; il cantuccio nel quale nacqui non ha diritto alla mia preferènza, dacchè non può sopravanzare in prègi tante altre tèrre ove si stà od egualmente bène o mèglio; l'amor patrio non è altro che una spècie d'egoismo accomunato fra un gruppo d'uòmini per autorizzarsi ad odiare il rèsto dell'umanità.
      Amico mio, non èssere ludibrio di così vile filosofia. Suo carattere è vilipèndere l'uòmo, negare le virtù di lui, chiamare illusione o stoltezza o perversità tutto ciò che lo sublima. Agglomerare magnifiche paròle in biasimo di qualunque òttima tendènza, di qualunque fòmite al bène sociale, è arte facile ma spregevole.
      Il cinismo tiène l'uòmo nel fango; la vera filosofia è quella che anèla di trarnelo, ella è religiosa ed onora l'amor patrio.
      Cèrto, anche dell'intiero mondo possiamo dire ch'è nòstra patria. Tutti i pòpoli sono frazioni d'una vasta famiglia, la quale per la sua estensione non può venir governata da una sola reggènza, sebbène abbia per suprèmo signore Iddio. Il riguardare le creature della nòstra spècie come una famiglia vale a rènderci benèvoli all'umanità in generale. Ma tal veduta non ne distrugge altre parimenti giuste.
      Egli è anche un fatto che l'umanità si divide in pòpoli. Ogni pòpolo è quell'aggregato d'uòmini che religione, leggi, costumi, identità di lingua, d'origine, di glòria, di compianti, di speranze, o, se non tutti, la più parte di questi elementi, uniscono in particolare simpatia.


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Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79

   





Iddio