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      Portiamo filiale ossèquio a tutti i superiori, perchè superiori.
      Portiamo filiale ossèquio alla memoria di tutti quegli uòmini che furono benemèriti della patria, o dell'umanità. Sacre ci sieno le loro scritture, le loro immagini, le loro tombe.
      E quando consideriamo i sècoli passati e gli avanzi di barbarie che ne sono rimasti; quando gemèndo su molti mali presènti, li scorgiamo conseguènze delle passioni e degli errori dei tèmpi andati, non cediamo alla tentazione di vituperare i nòstri avi. Facciamoci cosciènza di èssere pii nei nostri giudizii su di loro. Imprendevano guèrre che or deploriamo; ma non èrano essi giustificati da necessità, o da incolpevoli illusioni che a sì gran distanza mal possiamo pesare? Invocarono intervenzioni stranière, le quali riuscirono funèste; ma necessità ancòra, od incolpevoli illusioni non li giustificavano? Imponevano istituzioni che non ci piacciono; ma è forse vero che non fossero opportune al loro tèmpo? che non fossero il mèglio voluto dalla sapiènza umana cogli elementi sociali che s'avevano a que' dì?
      La critica dèbb'èssere illuminata, ma non crudèle vèrso gli avi, non calunniatrice, non disdegnosa di riverènza a coloro che non possono sorgere dai sepolcri e dirci: -
      La ragione della nòstra condotta, o nepoti, fu questa.
      Cèlebre è il detto del vècchio Catone: "Difficil cosa è far capire ad uòmini che verranno in altro sècolo ciò che giustifica la nòstra vita."
     
     
     
      CAPO DECIMOSECONDO.
     
      Amore fratèrno.
     
      Tu hai fratèlli e sorèlle. Vènga da te posta ogni cura perchè l'amore di cui sèi debitore a' tuòi simili, cominci in te ad effettuarsi in tutta la sua perfezione, primamente vèrso i genitori, pòscia vèrso coloro che lega teco la più stretta delle fratellanze, quella d'aver comuni i genitori con te.


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Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79

   





Catone