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      Non lasciarti esaltare da queste ipèrboli. Pur troppo gli scandali del celibato esistono. Ma anche dall'avere gli uòmini braccia e gambe, nasce scandolo di pugni e di calci; nè ciò vuòl per altro dire che braccia e gambe sieno pèssima còsa.
      Coloro che affastèllano considerazioni sulla pretesa necessaria immoralità del celibato si facciano a computare i mali che derivano dal decidersi pel matrimònio senza inclinazione.
      Alle brèvi follie delle nòzze succède la nòia, succède l'orrore di non più essere liberi, succède l'accòrgersi che la scelta fu precipitata, che le indoli sono inaccordabili. Dal rammarico reciproco, o d'una delle parti, provèngono gli sgarbi, le offese, le diuturne crudelissime amarezze. La donna, l'ènte più dolce e più generoso dei due, suòl èssere vittima della sventurata disarmonia, o dolorando sino alla mòrte, o - ciò ch'è pèggio - snaturandosi, perdèndo la sua bontà, dando luògo ad affetti in cui le sembra di trovare un compènso alla mancanza dell'amor coniugale, e che non le fruttano se non ignominia e rimòrso. Dai malaugurati matrimònii vèngono figliuòli i quali per prima scuòla hanno la indegna condotta del padre o della madre, o di ambo i genitori; figliuòli quindi pòco o malamente amati, poco o malamente provveduti d'educazione, senza ossèquio vèrso i parènti, senza tenerezza vèrso i fratèlli, senza nozioni di virtù domestiche, - le quali sono la base delle civili virtù!
      Tutte queste cose sono così frequènti che basta aprire gli òcchi e si vedono. Nessuno mi dirà che io esageri.


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Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79