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      E colui che in tal vita si compiace, colui che ama senza nòbile scòpo, senza lo scòpo di diventar migliore rendèndo omaggio ad una gran virtù, colui sciupa miseramente ingegno e cuòre, e sarà difficile che gli rèsti alquanto d'energia da fare mai più alcun che di buòno nel mondo. Non parlo delle femmine di costumi pèssimi: l'uomo onesto ne inorridisce; e non fuggirle è grande ignominia.
      Quando una dònna ti sia sembrata degna del tuo amore, non abbandonarti a sospetti, a gelosie, all'indiscreta pretensione d'èssere follemente idolatrato.
      Scegli bène, e pòi ama senza tormentar te e la tua elètta con molèste smanie, senza turbarti se non è cieca all'amabilità altrui, senza esigere che spasimi di tenerezza per te.
      Siile devoto per èssere giusto, per tributare ammirazione e gentile servitù ad un merito sommo, per innalzarti ad una creatura che t'appare elevatissima; non affinchè ella spinga l'amor suo per te ad un grado maggiore di quello che può dimostrarti.
      I gelosi, i fremènti per la rabbia di non èssere abbastanza amati, sono veri tiranni. Piuttosto che divenir malvagio per qualunque piacere, dèesi rinunciare a quel piacere: piuttosto che divenir tiranno, o cadere in qualunque altra indegnità per amore, rinuncia all'amore.
     
     
     
      CAPO VIGESIMOSECONDO.
     
      Rispètto a fanciulle e mogli altrui.
     
      Sia che tu rimanga cèlibe o ti mariti, abbi gran rispetto dello stato virgineo o del matrimonio.
      Nulla di più dilicato dell'innocènza e della riputazione d'una fanciulla: non permetterti con alcuna di esse la minima libertà di manière o di paròle che pòssa dare alcuna profanazione a' suoi pensièri nè alcun turbamento al suo cuòre.


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Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79